La nascita di un figlio desiderato, solitamente, è vissuta come un momento di grande gioia da parte di tutta la famiglia. Non dobbiamo dimenticare, però, che l’arrivo di un bambino comporta inevitabilmente dei cambiamenti nella coppia e prevede l’acquisizione del nuovo ruolo genitoriale.
Nei giorni successivi al parto non sorprende che la mamma possa sentirsi stanca, triste, incline al pianto e addirittura inadeguata nei confronti dei nuovi ed impegnativi compiti che la attendono. In questo caso si parla di “baby blues”, un lieve stato depressivo, temporaneo e senza nessuna conseguenza importante. Questo disturbo può durare qualche giorno e di solito scompare entro la seconda settimana o comunque entro il primo mese. Si tratta di uno stato transitorio, dovuto alla stanchezza e ai cambiamenti ormonali, e non necessita di alcun trattamento specifico.
La “depressione post partum” merita invece un approfondimento. Questo tipo di disturbo compare entro i dodici mesi successivi al parto, più frequentemente tra le quattro e le sei settimane. Di solito si sviluppa gradualmente, persistendo anche per diversi mesi. Si manifesta più comunemente con i seguenti sintomi: tristezza e pianto durante l’arco della giornata, mancanza di energie, improvvisi cambiamenti di umore, disinteresse per il bambino o paura di potergli fare del male, insonnia o sonnolenza eccessiva, inappetenza, perdita di piacere o interesse in qualsiasi attività quotidiana.
E’ fondamentale in questi casi che la donna venga sostenuta dal compagno e dalla famiglia per affrontare questo momento particolare che impone inevitabilmente dei grandi cambiamenti e delle notevoli fatiche nella gestione del nuovo arrivato.
Se l’aiuto dei familiari non risultasse sufficiente, un percorso di sostegno psicologico rivolto alla mamma e/o alla coppia può rivelarsi estremamente utile per superare lo stato depressivo e ritrovare stima, sicurezza e risorse per far fronte a questa nuova e impegnativa fase del ciclo vitale.