La famiglia nella nostra società è cambiata negli ultimi decenni. Siamo passati da famiglie con tanti figli, che vivevano insieme a nonni e zii sotto lo stesso tetto o comunque vicini, a famiglie nucleari in cui spesso e volentieri entrambi i genitori devono lavorare per sopravvivere economicamente.
I nonni, quando ci sono, costituiscono degli aiuti importanti, ma non sempre sono a piena disposizione dei nipoti. Alcuni lavorano ancora e hanno un tempo limitato da dedicare, inoltre non spetta a loro il ruolo educativo, quello è compito dei genitori, che talvolta dopo aver lavorato tutto il giorno non riescono a dedicare il giusto tempo ai figli.
Sarebbe auspicabile invece riuscire a dedicare un tempo di qualità, piuttosto che di quantità ai figli, ascoltandoli, confrontandosi, facendo sentire loro la nostra vicinanza con piccoli gesti. Il momento della cena in cui tutta la famiglia si riunisce a tavola, rappresenta un momento conviviale importantissimo in cui scambiarsi informazioni, racconti, emozioni, eppure è facile cadere vittime della televisione o degli smartphone che assorbono tutta la nostra attenzione, distogliendoci dal dialogo.
Una lamentela che mi riportano spesso i genitori di figli adolescenti è il non riuscire a comunicare con loro, visto che spesso e volentieri, parlano poco oppure si chiudono in camera. Dai comportamenti dei figli possiamo cercare di capire cosa sta succedendo, se hanno litigato con un amico o hanno concluso una storia d’amore, a volte non importano tante parole, ma gesti per dimostrare al figlio che babbo e mamma ci sono e ci saranno sempre per sostenerlo. I genitori devono essere dei buoni osservatori e notare i piccoli cambiamenti, cosa molto difficile perché richiede sforzo e attenzione.
Nel caso delle famiglie separate, purtroppo sempre in aumento, la situazione si complica, se poi la separazione è alimentata da conflitti genitoriali che usano i figli per colpirsi a vicenda, i ragazzi si trovano in una situazione ansiogena in cui si sentono manipolati piuttosto che compresi, vittime di una guerra tra adulti che non riescono a fornire punti di riferimenti ai figli. Capita poi che i genitori separati o che non riescono a dedicare tempo ai figli cerchino di ridurre il proprio senso di colpa comprando regali e cercando di rispondere a tutte le richieste materiali del figlio.
Purtroppo la famiglia che non pone i dovuti limiti ai figli, i genitori che non si assumono responsabilità educative, nuclei familiari disgregati e situazioni familiari complesse in cui possono essere presenti anche problemi economici e deprivazione culturale possono spianare la strada a comportamenti aggressivi dei figli, che attraverso la violenza trovano una possibile strada per manifestare il loro disagio.